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Houseboat for Ho è stata sviluppata appositamente per il villaggio basso di Ho, in un'area direttamente minacciata dall'innalzamento del livello del mare indotto dai cambiamenti climatici. In parte abitazione rurale vernacolare di ispirazione locale, in parte imbarcazione esotica, Houseboat for Ho è una struttura ibrida costruita utilizzando due tecnologie antiche, correlate ma geograficamente lontane: la costruzione di barche di canne e la paglia. Divisa tra terra e mare, questa imbarcazione profetica, simile a un'arca, è il risultato di una collaborazione interculturale - uno scambio di tecniche e storie tra i costruttori danesi di tetti di paglia e i costruttori boliviani di barche di canne.

Sebbene siano fragili singolarmente, quando vengono riunite in fasci, alcune erbe (in particolare la canna d'acqua) possono essere utilizzate strutturalmente quando altri materiali da costruzione non sono disponibili. Questi fasci di canne sono i mattoni fondamentali delle barche di canne e dei tetti di paglia.

Le prime case di paglia furono costruite nella cosiddetta “area di insediamento germanica”, che nel Neolitico era situata nell'attuale Schleswig-Holstein e nella Danimarca meridionale. In questo periodo si assiste al passaggio da culture nomadi (cacciatori-raccoglitori) che necessitavano di abitazioni leggere e mobili, a comunità sedentarie di agricoltori e pescatori che necessitavano di case stabili e durature. Pelli, foglie e rami furono sostituiti da materiali più robusti, come la paglia di canne. Man mano che i villaggi si trasformavano in città, la paglia scomparve lentamente dai contesti urbani a causa del rischio di incendio, ma rimane ancora oggi una tecnica di costruzione rurale molto diffusa e sempre più considerata una soluzione sostenibile ed efficiente dal punto di vista energetico. Nelle vicinanze di Ho si trovano molti esempi di paglia tradizionale, oltre a usi innovativi contemporanei della paglia, come il premiato Vadehavscentret di Dorte Mandrup nella vicina Ribe.

La costruzione di barche in canna ha una lunga tradizione: i primi resti scoperti di una barca in canna risalgono a 7000 anni fa. La tradizione è mantenuta viva oggi dai costruttori di barche Aymara e Uru sul lago Titicaca, nelle Ande alte, e tra i pescatori costieri lungo le coste del Pacifico in Perù. In Africa le barche di canna sono ancora in uso sul lago Ciad e in Mesopotamia (oggi Iraq meridionale), alla confluenza dei fiumi Tigri ed Eufrate, gli Arabi delle paludi costruiscono ancora barche, edifici (mudhif) e piccole isole galleggianti con le canne d'acqua.

La costruzione di barche in giunco e la paglia richiedono la stessa materia prima: i fasci di canne. Nel progetto integrato di Houseboat for Ho, in cui la casa diventa la barca e la barca la casa, c'è una transizione senza soluzione di continuità dalla barca al tetto. L'orientamento delle canne cambia man mano che si spostano all'interno della struttura, dai fasci di canne orizzontali e galleggianti nella barca sottostante, attraverso la prua e la poppa che si incurvano verso l'alto, fino ai fasci di canne perpendicolari e resistenti alle intemperie nel tetto di paglia. Questo passaggio dall'orizzontale al verticale e viceversa diventa emblematico della collaborazione interculturale, della combinazione di due antiche tecniche costruttive di due culture normalmente lontane, nell'emisfero settentrionale e meridionale, in un'unica struttura ibrida.

Houseboat for Ho è una commissione dello Statens Kunstfond e del Comune di Varde e sarà esposta per un anno nel Parco Nazionale del Mare di Wadden (Vadehavet) a Ho, in Danimarca.