La Galleria Franco Noero è lieta di presentare la quarta mostra personale a Torino dellʼartista canadese Andrew Dadson, il cui titolo PAINTING (ISLANDS) si riferisce a una nuova serie di lavori che continuano la costante ricerca dellʼartista su spazio e astrazione.

Tramite mezzi espressivi differenti - pittura, film, fotografia - Dadson intende esplorare la possibilità di valicare i confini percettivi dello spazio sia fisico che naturale, in modo che ciò si rifletta nel suo lavoro nel tentativo di sovvertire la percezione più immediata e convenzionale nel guardare le cose.

Sette quadri di grande formato attingono in maniera inaspettata e originale a metodi tradizionalmente usati nella scultura, con una densa pittura ad olio che attraversa le tele rendendole dinamiche e vibranti tramite grumi e tessiture. Segni, forme in rilievo sono state modellate, inchiodate sulla tela e cesellate nella pittura ad olio prima che si consolidi lentamente. Il denso impasto e la stratificazione dei dipinti apre nuove prospettive nella ricerca che lʼartista porta costantemente avanti sulla materia, sulla processualità, e riguardo alla possibilità di unʼestensione della pittura in una terza dimensione. I quadri recano orgogliosamente i segni della loro realizzazione, la pittura si accumula, viene trascinata sulle superfici con gesti ampi in modo che la mano dellʼartista sia immediatamente visibile a lavoro terminato. Gli accumuli di pittura che solitamente si addensano fluttuando oltre i margini delle tele, si spostano ora verso il centro delle tele dando vita a una serie di di forme pittoriche e geometriche. Come lʼartista stesso nota, “le grandi forme e I grumi di pittura scolpita che appaiono solitamente al bordo dei miei quadri cominceranno a spostarsi verso il centro e a creare un tipo di pittura che crei tensione e movimento, come capita con il bassorilievo e lʼincisione”.

Ai grandi dipinti si affiancano una serie di lavori “re-stretched” di dimensioni contenute che punteggiano gli spazi della galleria, in un continuo salto di scala e dimensioni. Questi lavori sono le “isole” che danno il titolo alla mostra, e consentono al pubblico di leggere e seguire attraverso gli spazi della galleria un gradiente di colore rosso, giallo, verde, blu, viola e, infine, argento. I lavori “re-stretched” sono una caratteristica peculiare del lavoro di Dadson, opere in cui sulla tela la pittura si raggruma sul contorno estremo dei quattro lati, per poi essere intelaiate una seconda volta su un supporto di dimensioni più grandi. Eʼ un deliberato tentativo e desiderio di accentuare la tensione sullo spazio circostante le tele e sulla materialità della pittura a olio, che può riverberare su tre piani differenti –muro/tela grezza/tela dipinta- in un continuo rimando tra primo piano e fondo.

In relazione con i dipinti e in un rapporto di estrema fluidità con essi, Sunrise/Sunset (2015) è un nuovo film in 16mm in doppia proiezione che compare su pareti speculari. Dadson ha ripreso le immagini di un tramonto ad Oahu, Hawaii in un serrato primo piano, riempiendo interamente I fotogrammi con la sfera solare infuocata. Non appena il sole scompare allʼorizzonte da un lato della proiezione, comincia nuovamente ad apparire tra le nuvole sul lato opposto, fino a giungere ad una fluttuazione della sfera simultanea sulle pareti quando i fotogrammi sono allineati. Una coppia di proiettori è unita dal passaggio della pellicola dallʼuno allʼaltro, trasformando il fenomeno naturale di unʼalba e di un tramonto in un movimento meditativo tra luce e oscurità, suggerendo simultaneamente per mezzo delle macchine una circolarità visuale, unʼaccelerazione temporale e una percezione di questi fenomeni che altrimenti non sarebbe possibile rendere manifesta.

In uno spazio più raccolto allʼinterno della galleria, una parete di grandi dimensioni è interamente occupata da una griglia di 135 fotografie incorniciate, unʼopera che è la continuazione di un progetto dellʼartista chiamato Cuneiform. Dopo la mostra personale di Dadson presso la Vancouver Art Gallery, dove per la prima volta lo scorso inverno la prima serie di foto è stata mostrata, segue ora Cuneiform 161-295 (2013-in corso), una selezione unica di immagini scattate dallʼartista in strada, nellʼintento di creare un archivio di foto che mostrino I segni e le forme impresse su pareti allʼesterno da rivoli di colla pressata. Le tracce di colla appaiono non appena vengono rimossi dai muri i manifesti che li tenevano attaccati a parete, lasciando segni astratti e anonimi del loro scopo ormai esauritosi. Le immagini sono state scattate sulle strade di Vancouver e di Los Angeles e suggeriscono un linguaggio nascosto e segreto di gesti, che lʼartista rivela e riporta in maniera oggettiva servendosi di metodi espositivi e informativi paralleli a quelli in uso nei musei. Cʼè una implicita gerarchia di segni simili a pennellate astratte, che si combina con lʼidea del paesaggio urbano visivamente da essi modificato, creando motivi unici e nuovi per qualità e colore nel mondo costruito.

Cuneiform: Lynn Valley #10 è un libro dʼartista dedicato allʼintero progetto, pubblicato recentemente dalla Presentation House Gallery di Vancouver e da Bywater Bros. Editions.