La Galleria Franco Noero è lieta di presentare Threshold into Deficit (the void after Fontana), la quinta personale di Gabriel Kuri a Torino in cui presenta una nuova serie di opere create per l’occasione ed esposte negli spazi di Via Mottalciata.

Un testo scritto dall’artista accompagna la mostra, diventandone la più appropriata introduzione:

Threshold into Deficit (the void after Fontana) è una mostra di nuove opere a parete e sculture da terra. Si tratta di un progetto atipico rispetto al mio modo di lavorare, dato che di solito non cito apertamente né rendo esplicito omaggio ad altri artisti. In questo caso ho sentito che valeva la pena di correre il rischio.

La parola “Deficit” nel titolo allude sia al debito come si intende nello scambio o nel commercio – un tipo di pensiero da sempre inerente al mio lavoro- sia al mio debito professionale o poetico verso l’opera di Fontana. L’uso della parola “After” (Dopo) inclusa nel titolo ha anch’essa un doppio significato. ‘Dopo’ quale riferimento e allusione al fatto che l’arte senza dubbio abiti correntemente un universo prevalentemente post-ideologico, mentre allo stesso tempo si vive in un mondo sempre meno dipendente da nozioni metafisiche, un’era in qualche modo ‘dopo’ la metafisica. L’idea del vuoto nel XXI secolo può essersi allontanata da quella della metà del XX secolo. Lo stesso Fontana ha dichiarato che l’idea del vuoto ai suoi tempi era già stata sostituita da una formula matematica.

Anche se la concezione radicale dello spazio di Fontana (che ha spinto verso il 1949) si potrebbe dire precedente ad alcuni dei salti tentati nel periodo dell’arte concettuale (della fine degli anni 60 e dell’inizio degli anni 70), Fontana non ha mai evitato la forma, ha sempre espresso le sue idee ambiziose con implacabile fiducia nella forma, nella materia e nel gesto.

Anche questa mostra si fonda su forma, materia e gesto. Attraverso questi riferimenti insisto sull’allusione tra spazio positivo e negativo, così come sull’occupazione del volume interstiziale.

In questa mostra mi chiedo se il luogo della poetica, quell’altrove a cui si aspira nella creazione di un’opera d’arte, possa essere in realtà un altrove che è mondano e concreto. Il vuoto al di là della soglia può anche essere un vuoto che può essere concepito in termini che possono essere effettivamente contabilizzati, come nel mondo del credito e del debito, la cui definizione si basa sul fatto che c’è simmetria su entrambi i lati dello zero. Quell’entità intangibile dall’altra parte del concreto - quella che può essere visibilmente contabilizzata - non è forse meno visibile e altrettanto tangibile.

Il tentativo di dialogare con Fontana nel terreno conciso della prosa e della funzione può essere visto più chiaramente nell’uso di supporti che non sono convenzionalmente delle belle arti. Si tratta di vetrine a muro disponibili in commercio (normalmente impiegate per cambiare messaggi pratici di indirizzo pubblico), di targhe in acciaio inossidabile -più comunemente presenti nelle attrezzature tecniche- o di una cassa di legno di norma usata per il trasporto di opere d’arte. Oltre a questi lavori ci sono due sculture in cemento e plexiglass e un volume semicubico ricoperto di materiale idrorepellente nero. Alcune delle particelle che popolano queste opere includono mozziconi di sigaretta spenti, monete, gusci d’uovo, interruttori e spine.

Gabriel Kuri, Luglio 2021