In occasione della sua seconda personale a Torino alla Galleria Franco Noero, Arturo Herrera prosegue nella ricerca dʼintervento su una varietà di suggestioni tratte dalla cultura popolare, così da interrogarsi criticamente sulla decifrabilità e lʼespressività delle forme astratte nel loro complesso.
Nel tentativo di ridefinire la relazione tra le immagini facilmente riconoscibili di cui si appropria e lʼidea di ʻmodernoʼ, lʼartista venezuelano attinge ad una varietà di significati e contenuti ampiamente comprensibili e li articola in maniera differente. La volontà di proporre una nuova definizione o revisione di vari frammenti dellʼastrazione moderna, stabilisce unʼaltra condizione: quella di formulare codici che non sono né immediatamente leggibili né completamente astratti.
Prendendo ispirazione dalla cultura di massa e dalle pratiche del modernismo di scomporre e ricomporre lʼimmagine, lʼartista sʼimmerge in un campo denso di associazioni che assumono un forte significato per il pubblico. Lʼarte ʻcontaminataʼ e astratta di Herrera unisce la riconoscibilità immediata di suggestioni che provengono dal quotidiano con lʼopacità critica dellʼastrazione, per proporre una realtà frammentata e contraddittoria. Nei suoi collage, nei feltri tagliati, nelle fotografie, nei wall paintings, lʼartista determina una tensione mai risolta tra percezione e riconoscibilità. Più che estrapolare lʼimmagine dal suo contesto e disgregarla, Herrera scompone e frammenta la leggibilità della stessa immagine astratta.
Il progetto ideato per la Galleria prevede la realizzazione di un feltro di grandi dimensioni, di un wall drawing e di gruppi di collage di medio e grande formato. Tutti gli elementi che compongono la mostra propongono un dialogo con il passato domestico della Casa Scaccabarozzi e il suo uso attuale come galleria dʼarte e abitazione al tempo stesso. La sovrapposizione dei piani dellʼedificio coincide con quella di altrettante storie private, e rimanda alla peculiarità del collage che giustappone elementi non correlati per dare origine a connessioni tra frammenti.
Nel Project Space di Piazza Santa Giulia Herrera propone unʼinstallazione composta da tre collages a grande scala pensati in relazione alle proporzioni architettoniche dello spazio. Le immagini trovate e ritagliate da un libro sono state ingrandite in modo da indagare la leggibilità di forme astratte che sembrano monumentali, suggerendo un senso di non familiarità e ricchezza di associazioni e di obliquità.