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Realizzata per la prima volta a Istanbul espressamente per Journeys With No Return, una mostra collettiva presso l’Akbank Cultural Centre nel 2009, Procession, process. Progress, progression. Regression, recession. Recess, regress è un’installazione concepita a distanza di sei anni dal precedente intervento dell’artista nella stessa città, Magazin (Buyuck Valide Han), lavoro con il quale Nelson aveva partecipato alla Biennale di Istanbul nel 2003.

Procession, process. Progress, progression. Regression, recession. Recess, regress. è un’installazione che precede concettualmente il progetto del 2003, essendo quasi un’opera preparatoria alla proposta iniziale che l’artista aveva concepito per la partecipazione alla Biennale.

Nel lavoro proposto, Nelson aveva l’intenzione di utilizzare le assi di una delle case di legno diroccate della città risalenti al diciannovesimo secolo, di cui all’epoca esistevano ancora molti esempi, e usarle come cassaforma/matrice di una struttura in cemento brutalista costruita sul sito della casa abbandonata. Nelle parole dell’artista quello che avrebbe realizzato sarebbe apparso "quasi come i resti di un edificio di modernismo Kemalista"; a suo avviso era sorprendente che una svolta politica tanto estrema come quella accaduta con la fine dell’Impero Ottomano e la formazione del moderno stato turco non avesse il proprio tropo/traslato/metafora in architettura.

Il titolo dell’installazione costruisce in modo giocoso un commento sulla complessità della storia turca del Ventesimo e Ventunesimo secolo ma allo stesso tempo fa sarcasticamente riferimento ai movimenti della storia dell’arte ai quali il lavoro stesso potrebbe essere associato, esprimendo un commento sull’atto della sua stessa realizzazione.

Una lastra di cemento è gettata, l’armatura in ferro è lasciata visibile come se fosse non finita o dimenticata come detrito di qualche imprecisata demolizione.

Vecchie assi recuperate da case in legno demolite risalenti al periodo ottomano sono poggiate nel cemento in via di solidificazione e vi lasciano la loro impronta, testimoni silenti di decenni o addirittura secoli sono impresse sulla sua superficie; la patina delle venature stagionate e i tagli dei falegnami.