Totally Wired è la quinta personale dell’artista scozzese Jim Lambie presso la Galleria Franco Noero a Torino, per la prima volta ospitata negli spazi di Piazza Carignano 2.
Lambie continua la sua ricerca influenzata da una visione lisergica, psichedelica della realtà, un suo rovesciamento tinto di colori vividi e puri in cui oggetti appartenenti al quotidiano, trovati o costruiti dall’artista, creano una propria dimensione al di fuori di essa.
L’esperienza della luce naturale, l’arco che il sole compie nel corso di una giornata, dall’alba al tramonto, e di come questo possa tradursi in una gamma tonale di colori è una delle caratteristiche che informa la realizzazione di alcune serie di nuove opere.
La porta è un elemento che esprime transizione per l’artista, una soglia che lascia filtrare la luce a seconda della sua apertura, e che allo stesso tempo si traduce in un oggetto archetipico sulla quale immaginare un nuovo orizzonte. La sua forma appare sintetica e si riduce a uno snello parallelepipedo dalle specchiature incise, appeso alla parete come un quadro ma proiettato in una terza dimensione. I singoli elementi sono spesso riuniti in gruppi, disposti a una precisa distanza uno dall’altro, in modo tale che all’interno dello spazio da essi individuato si crei un’esperienza del colore tramite campi che si compenetrano a vicenda e che man mano emergono prepotentemente l’uno sull’altro, come nelle sfumature del cielo nel corso della giornata.
Il sole, troppo sfolgorante e dai raggi troppo intensi per essere guardato direttamente, lascia convergere suggestioni lontane nel tempo e nel genere: la tecnica artigianale per la realizzazione di vetrate colorate nel Medioevo si accosta ad elementi molto più umili e recenti come le lenti degli occhiali da sole. In una nuova serie di opere le lenti colorate, incastonate nel metallo e unite in una trama organica di trasparenze di colore, costituiscono delle nuove costellazioni che possono essere messe a fuoco anche a occhio nudo.
La qualità surreale di uno spazio immaginario costellato di asteroidi è quella suggerita da pietre attraversate da cinture di metallo dai colori sgargianti, rigide e nitide nel dettaglio, che punteggiano le pareti.
Nella stanza centrale, lo spazio è intersecato da scale che poggiano su plinti, inclinate sempre con la medesima angolazione e fluttuanti, ricoperte da specchi tra i pioli che creano un riverbero di riflessi, catturando lo sguardo che corre fino in cima e oltre.